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L’AVVENTURA DI UNA MAESTRA BIKER
INTERVISTA A STEFANIA: una passione per la bici e una voglia d’avventura fuori dal comune
La maestra Stefania Valsecchi, detta STEPPO, è una biker convinta e speciale.
Ecco la sua intervista e alcuni buoni consigli per essere un biker coraggioso.
Perché ti chiamano “STEPPO”?
Mi chiamano Steppo perché quando da piccina andavo all'asilo la mia maestra è rimasta per un periodo senza denti davanti e anziché dire Stefi diceva Steppi. Da lì è sempre rimasto Steppo o Steppi e a me pace perché nessun altro si chiama così.
Quale delle due attività preferisci tra l’insegnamento e il ciclismo?
Insegnamento e ciclismo son due attività assai diverse, ma hanno una cosa meravigliosa in comune: ti permettono di superare i limiti dello spazio e del tempo! Entrambe mi hanno portato in luoghi che non sapevo neanche che esistessero, entrambi mi hanno fatto scoprire capacità che non sapevo di avere. Con la bici ci sono stata fisicamente in quei luoghi e ho superato materialmente i miei limiti. Con la cultura necessaria per insegnare imparo ogni girono cose che non conoscevo prima, viaggio con la fantasia leggendo e oltrepasso i miei limiti avendo più fiducia in me stessa proprio perché conosco più cose.
Quando hai iniziato a praticare la mountain bike?
Le prime Mountain bike sono arrivate in Italia dagli Stati Uniti nel 1985. In Italia li chiamavamo “rampichini”. Io che già amavo la montagna e mi piaceva pedalare, me ne sono innamorata immediatamente: «Pedalare in montagna è proprio la bici che fa per me»! Mi son detta. E l'ho subito comprata. Avevo 18 anni
.
Quali strade hai percorso con la tua bici?
Ho avuto la fortuna di percorrere tantissime strade e sentieri con la mia bici, migliaia di chilometri. Ho attraversato i deserti di Mongolia e Marocco; le montagne più alte d'Europa, le Alpi; quelle più alte del Sud America, le Ande e le più alte del mondo intero, l'Himalaya. Ho attraversato tutta l’Italia da nord a sud, dal Monte Bianco fino all’Etna. Esperienze meravigliose!
Quale è stata la tua impresa più difficile?
In generale io non considero le mie avventure difficili perché se riesco a farle vuol dire che sono giuste, ma se proprio devo dirvene una che è stata più impegnativa di altre, allora è il “Mongolia Bike Challenge” (giro della Mongolia in bici): una gara mondiale di 1.400 km in 10 giorni tra il deserto del Gobi e le montagne del Khangay. Poiché la prima tappa (il primo giorno di gara) mi son classificata prima, poi ho sempre dovuto mantenere un ritmo altissimo di pedalata per non farmi battere dalle altre concorrenti e ogni giorno era una vera lotta con loro, ma anche una gran bella esperienza. Ho vinto!
Qual è la vetta più alta che hai raggiunto?
Il Huayna Potosi, una montagna alta 6100 m che si trova in Bolivia (Sud America): sono arrivata fino dove si poteva con la bici, poi l’ho lasciata e ho proseguito a piedi sul ghiacciaio con piccozza e ramponi. Sono salita anche in cima al Monte Bianco con piccozza e ramponi, sempre arrivando in bici fino al limite del ghiacciaio.
Nel corso delle tue avventure hai incontrato qualcuno che ti è rimasto amico?
In tutte le mie avventure ho trovato amici che sono rimasti tali: è questo il bello ! Quando nel 2013 ho attraversato le Alpi ho trovato 19 persone che, ognuna in giorni diversi, hanno pedalato per qualche tratto con me e da allora sono sempre in contatto con tutti loro. Quando nel 2016 ho attraversato l’Italia da nord a sud ho trovato tantissime persone che hanno pedalato per un pezzetto con me: sono sempre in contatto con loro.
Io so che ho amici in tutta Italia e loro sanno di avere una sorella ed una casa a Lecco.
Com’è strutturato il tuo allenamento?
Io mi alleno 6 giorni la settimana, quindi un giorno riposo. A volte corro su strada o per sentieri di montagna (io abito fra le montagne di Lecco), altre volte pedalo per diversi km su sentieri o anche su strada (con bici diverse); nuoto, pratico la canoa; in inverno faccio sci alpinismo e sci di fondo…. Ogni giorno un po’ di movimento!
Dacci qualche consiglio speciale per diventare un buon biker.
Per diventare un buon biker ….. Scegliete i luoghi che più vi piacciono dove si possa pedalare senza rischiare di essere travolti, quindi lontani dal traffico e divertitevi a più non posso! Se poi volete diventare specialisti, iscrivetevi ad un gruppo ciclistico ed uscite a pedalare con gli amici che è più divertente; poi ci vuole costanza, tenacia, fiducia in sé stessi, mai mollare, mai scoraggiarsi !
Alle vostre simpatiche domande aggiungo che… Nel mio corpo ho 7 fratture (entrambe le caviglie, entrambe le mani, lo sterno, le costole e la spalla destra), un trauma cranico ed infine 156 punti di sutura nella gamba destra che era stata schiacciata da un’auto. Quest’ultimo incidente è accaduto quando avevo 14 anni e i medici dissero che sarei rimasta zoppa per tutta la vita.
Quindi vedete quanti problemi ho avuto, quanto dolore, lunghissimi giorni e mesi di “stop” obbligatorio, ricoveri, operazioni, ma non ho mai mollato. Mi son sempre rialzata e ho sempre ricominciato a correre, a saltare, a pedalare, a vincere gare e ad attraversare le catene montuose più alte, le nazioni per me più belle.
Non possiamo scegliere gli eventi che ci accadono, ma possiamo scegliere come viverli e io ho cercato di far diventare nuove opportunità anche quei momenti in cui tutto sembrava dovesse finire.
Un abbraccio a tutti voi e alle vostre maestre!
Steppina
box
Stefania Valsecchi è una maestra di Lecco che lavora con i bambini e ha una grande passione per lo sport.
Noi l' abbiamo conosciuta in prima ma è tornata tante volte a trovarci e a raccontarci le sue imprese.
didascalie
Stefania nel deserto sale in Bolivia,3700 m di altitudine . (1-13 )
Stefania sull' Everest,a 8848 m di altitudine . ( 4 - 13 )
In Mongolia . ( 5 - 13 )
Stefania che saluta in cima a una montagna con la sua fidata mountain bike . ( 7 - 13 )
Stefania al mondiale di Triathlon . ( 6 - 13 )
L’AVVENTURA DI UNA MAESTRA BIKER
INTERVISTA A STEFANIA: una passione per la bici e una voglia d’avventura fuori dal comune
La maestra Stefania Valsecchi, detta STEPPO, è una biker convinta e speciale.
Ecco la sua intervista e alcuni buoni consigli per essere un biker coraggioso.
Io so che ho amici in tutta Italia e loro sanno di avere una sorella ed una casa a Lecco.
Alle vostre simpatiche domande aggiungo che… Nel mio corpo ho 7 fratture (entrambe le caviglie, entrambe le mani, lo sterno, le costole e la spalla destra), un trauma cranico ed infine 156 punti di sutura nella gamba destra che era stata schiacciata da un’auto. Quest’ultimo incidente è accaduto quando avevo 14 anni e i medici dissero che sarei rimasta zoppa per tutta la vita.
Quindi vedete quanti problemi ho avuto, quanto dolore, lunghissimi giorni e mesi di “stop” obbligatorio, ricoveri, operazioni, ma non ho mai mollato. Mi son sempre rialzata e ho sempre ricominciato a correre, a saltare, a pedalare, a vincere gare e ad attraversare le catene montuose più alte, le nazioni per me più belle.
Non possiamo scegliere gli eventi che ci accadono, ma possiamo scegliere come viverli e io ho cercato di far diventare nuove opportunità anche quei momenti in cui tutto sembrava dovesse finire.
Un abbraccio a tutti voi e alle vostre maestre!
Steppina