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Cap. 5 – Sulle tracce degli antenati

1 – Chi era l’Australopiteco?

Come abbiamo studiato, i PRIMATI sono l’ordine a cui apparteniamo noi esseri umani, insieme alle scimmie e alle scimmie antropomorfe. Tra tutti i primati, gli studiosi ritengono che l’AUSTRALOPITECO sia il nostro parente più antico: si tratta di una scimmia eretta, la più antica che finora sia stata ritrovata con queste caratteristiche. Si è estinta tra i due e i quattro milioni di anni fa e il suo nome significa “Scimmia del sud”.

Lo scheletro di Lucy si trova presso il Museo Nazionale dell’Etiopia ad Addis Abeba, ma quello visibile è una copia: l’originale è custodito in un’area protetta non visibile al pubblico

2) Quali sono i reperti più antichi di Australopiteco?

I paleontologi nel 1974 hanno riportato alla luce, in Etiopia, in una regione chiamata Afar, i primi resti fossili di Australopiteco. Soprannominato Lucy (o anche Dinkinesh), questo scheletro fornì indizi importanti e la chiara prova che l’essere umano discende dalle scimmie antropomorfe. Lucy (che ha vissuto 3 milioni di anni fa) è stata classificata come Australopithecus Afarensis. Osservandone le ossa, gli esperti stabilirono infatti che Lucy camminava eretta proprio come noi. Molti altri scheletri di australopiteco sono stati scoperti nel continente africano, dove gli scienziati sono ormai certi che abbia avuto inizio l’evoluzione dell’uomo. Uno di questi australopitechi è anche più antico di Lucy: si tratta di un Australophitecus Anamensis, scoperto in Kenya nel 1999; risale a 4 milioni e mezzo di anni fa.

3) Com’era Lucy e come viveva?

Lucy era alta 1 metro e 20 cm e pesava meno di 20 chili. Il suo cervello non era più grande di quello di uno scimpanzè, aveva le braccia più lunghe delle gambe e le dita di mani e piedi adatte ad arrampicarsi sugli alberi. La sua andatura era però perfettamente bipede. Era un prudente esploratore degli spazi aperti, ma amava molto stare sugli alberi, per il rifugio e il riposo. Mangiava frutti, semi, vegetali, tuberi, insetti e piccoli rettili. Lucy e i suoi contemporanei avevano già sviluppato alcune forme di vita sociale.

Nell’arco di un’evoluzione durata circa un milione di anni, l’Australophitecus Afarensis ha dato origine a cinque rami dell’albero genealogico umano, di cui almeno due hanno portato al genere HOMO. Alcuni tipi di Australopiteco sono stati ritrovati accanto a strumenti in pietra, cosa che ha fatto intuire agli studiosi che probabilmente già l’Australopiteco era in grado di usare piccoli attrezzi con uno scopo.

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