Oggi voglio raccontare la strana storia di PEG , L’ EISTEN DEI CANI.
Peg era una barboncina, viveva a Chiari, in provincia di Brescia; era davvero speciale perché sapeva leggere, scrivere, contare, risolvere le radici quadrate, leggeva le ore e i minuti all’orologio, conosceva i nomi dei colori e dei continenti !!!!!!!!!!!!!!! Adesso, tutti voi che state leggendo, vi chiederete come facesse a scrivere; vi rispondo subito: Peg utilizzava dei cartoncini su cui c’erano le lettere dell’ alfabeto. Li prendeva con i denti attraverso un cordoncino e li portava a Ines ( la sua padrona ) componendo così una parola o anche una piccola frase in risposta a delle domande. “Nella vita precedente – così raccontava la sua padrona – Peg era una nobildonna tedesca, si chiamava Paola Namenberger, abitava ad Hannover ed era sposata con un certo Peter”. Nel 1949, quando rinacque con coda e quattro zampe, Ines Giordano Corridori la battezzò Peg… si ricordava del matrimonio con Peter e delle sue due figlie. Per tutti era una star. Medici, sacerdoti, maghi, filosofi e giornalisti la studiarono. Calcò il palco di molti teatri italiani. Scrissero di lei le riviste di tutto il mondo.
Molte sono le teorie che vennero avanzate sul caso della barboncina: si parlava di telepatia cane-padrone, di spiccata intelligenza animale o addirittura di interferenze diaboliche. Ma la signora Ines non aveva dubbi: Peg per lei era come un umano!
Aveva scritto di lei anche il noto giornalista e scrittore Dino Buzzati, nel racconto dal titolo “L’Einstein dei cani si intenerisce per i gatti” che era stato pubblicato sul “Corriere della Sera” il 15 dicembre 1959.Riguardo la famosa cagnetta sapiente Dino Buzzati scriveva: “Siamo in un ampio salotto della Villa Giordano Corridori, a Chiari. Sul tappeto la signora ha disposto in apparente disordine tanti cartoncini bianchi con le lettere dell’alfabeto (mancano solo l’i lungo, l’ipsilon, il cu ed il cappa); ogni cartello ha un nastrino perchè Peg lo possa prendere più facilmente coi denti. Disordine apparente, abbiamo detto: perchè invece le lettere sono disposte a gruppi, secondo uno schema prestabilito, cosicchè Peg che a questo schema è abituata, le possa rintracciare più facilmente”.
LA CASA DI PEG
Dino Buzzati racconta anche che Peg per dire di no, pare abbaiasse due volte di seguito e che per dire, invece, di sì abbaiasse, invece, una volta di più, oppure si rizzasse sulle zampe posteriori . Nella sua visita nella casa davanti alla stazione di Chiari, aveva chiesto alla barboncina se sapesse lo scopo dell’esibizione pubblica del sabato dopo. Incitata con amorevoli parole dalla padrona – frasi come “attenta, su, non sbagliare! Attenta bene! Non voglio che tu sbagli”, che non possono avere alcun significato convenzionale – la cagnolina, con lodevole speditezza, prende fra i denti il cartello del P, fa un giretto per la sala e quindi va a portare il cartoncino alla padrona. Quindi prende l’R. “Che cosa manca?” chiede la signora. Senza scomporsi Peg solleva dal tappeto la lettera E. “Su, Peg, da brava, attenta! Su, che dopo ti do il biscottino!”. Spiritualissima, certo, la cagnolina; ma la parola biscotto agisce ogni volta su di lei come un colpo di frusta. Seguono le lettere I, P, O, V, e A. “Attenta, attenta bene!” implora a questo punto la signora. E Peg non rimane insensibile. Accortasi dello sbaglio, lascia cadere l’A, e va a prendere l’E. Aggiunge l’R, l’I, il G, l’A, due volte il T e l’I. Infine, si siede di fronte alla padrona e abbaia quattro volte. La risposta è compiuta e suona nei seguenti termini: PER I POVERI GATTI”. Infatti, Peg sarebbe andata a Milano per una manifestazione organizzata dalla “Lega per la difesa del gatto”, a favore della quale sarebbe andato il ricavato delle sue esibizioni .
Infine, se volete maggiori informazioni leggete il libro “Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio” di Andrea Biscàro.
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Cara Margherita, hai scritto un articolo interessantissimo! Che cagnolina incredibile! Mi hai fatto venire la voglia di leggermi anche il libro!
Cara Margherita non sapevo proprio dell’esistenza di questa cagnolina. Io ho due cani “analfabeti”!
Per quanto siano intelligenti, mai arriverebbero alle prodezze di Peg. Sono però scettica sul fatto che fosse una reincarnazione…Mah, non lo so, non mi convince e a te?