Il 27 gennaio 2014 i bambini di classe quinta, organizzeranno una rappresentazione della Shoah, cioè dello sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ci saranno diversi ruoli per far capire ai bambini delle altre classi la “storia” della Shoah. Spiegheremo in pratica la vita difficile del popolo ebraico in quel momento storico. La rappresentazione parla di tre bambini, che vanno nella soffitta del nonno; a un certo punto trovano un baule con dentro un giornale e una stella. La stella comincia a raccontare loro la Shoah. Per prima cosa mostrerà ai bambini la vita delle persone ebree, così noi spiegheremo una pagina storica europea. Hitler, dittatore tedesco effettuò la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio di tutti gli ebrei. Noi questa scena abbiamo voluto rappresentarla in questo modo: alcuni soldati (bambine) controlleranno i deportati (bambini/e) nel campo di concentramento. A suo parere il generale tedesco manderà gli ebrei nelle due porte della vita o della morte formate dai soldati. Ci saranno dopo questa, tante altre scene che preferiamo non raccontarvi per non rovinarvi la visione dello spettacolo. Noi abbiamo imparato la parola base della guerra: INDIFFERENZA, parola decisa da Liliana Segre.

IL MEMORIALE DEL BINARIO 21 A MILANO

Lo scorso 11 dicembre, i ragazzi di quinta sono andati a Milano il memoriale del binario 21. Appena entrati, abbiamo visto una grande scritta: “INDIFFERENZA”; è stata consigliata da Liliana Segre, perché lei è la base di ciò accaduto. La nostra guida si chiamava Pia Jarach, un’ebrea; ci ha fatto fare il giro del memoriale. Abbiamo visto uno schermo con scritti tutti i nomi dei deportati dopo ci ha fatto salire su un vagone del treno identico a quelli su cui venivano deportati gli ebrei. Alcuni bambini si sono impressionati e hanno avuto paura. Noi per ricordare la mostra di Milano, abbiamo pensato di farne un’altra, più piccola, in biblioteca, raffigurando alcune immagini di deportati, con le loro testimonianze. Ognuno a una o più parti da dire, per far capire alle classi che la visiteranno, com’è (più o meno) il binario 21. Secondo noi la stazione sotterranea era fredda e un po’ “paurosa”, perché era buio e se non ci fosse stata la luce dell’entrata non si sarebbe visto niente.

Erika, Valentina e Elena.