Traccia: Immagina di essere Capitan Gamba di Gesso, quando, ormai vecchio, decide di scrivere la sua autobiografia per lasciare memoria di sé presso i posteri. Ripensando ai tuoi esordi di giovane e inesperto marinaio, ti torna in mente quella spedizione che ti ha trasformato in un capitano leggendario e temibile, degno di compiere missioni persino per conto del re di Spagna. Racconta questo episodio in forma autobiografica.
Mi ricordo come se fosse ieri la mia prima spedizione: a quel tempo ero solo un giovane marinaio inesperto, in cerca di qualche lavoro su una nave per fare esperienza.
Tutto iniziò un pomeriggio di luglio, quando mi venne recapitata una missiva, nella quale mi si chiedeva di arruolarmi nelle fila di un equipaggio, per partire alla volta del Mediterraneo. Accettai. Era il 1750. Dopo circa una settimana passata tra preparativi e attività in vista della partenza, arrivò il fatidico giorno in cui ebbe inizio la mia prima vera spedizione. Il capitano era Barbabionis, un vecchio ed esperto lupo di mare, che, per così dire, mi iniziò a questa carriera. Infatti, nonostante il viaggio proseguisse tranquillo e senza intoppi, il capitano identificò in me una particolare inclinazione a comandare, e mi disse anche che, quando fossi tornato a terra, avrei potuto intraprendere la carriera di capitano. D’altronde era il mio sogno fin da ragazzino, quindi ascoltai il suo consiglio. Ecco perché la mia prima spedizione fu importante e me la ricordo ancora oggi: da lì iniziò la mia lunga carriera tra gli oceani.
Bene, dopo alcuni mesi passati su navi e vascelli, acquisii una certa fama tra la gente del posto e riuscii a mettere insieme un’ottima ciurma, fedele e abile, tra cui si poteva contare il medico Reinaldos, il nocchiere Valencia, il timoniere Yousséz e molti altri. In tutto eravamo una trentina. Avrei pure scommesso che la mia ciurma mi avrebbe seguito fin nella bocca di uno squalo, se ce ne fosse stato bisogno. Comunque, accumulai un bel gruzzoletto, con il quale mi comprai una caravella tutta mia: la Seconda del Mar.
Durante il primo viaggio con la mia nave, però, non filò tutto liscio: durante una tempesta incredibile, nel pieno delle notte, scivolai sul ponte bagnato e caddi in mare. Un maledetto squalo mi azzannò la gamba. Alcuni membri dell’equipaggio si tuffarono, armati di spade, ad aiutarmi e, dopo aver ucciso lo squalo a colpi di fendente, mi riportarono a bordo mezzo morto. Mi risvegliai due giorni dopo, ancora vivo ma con una gamba di gesso. Da quel momento diventai Capitan Gamba di Gesso.
Tornato da quella spedizione passai alcuni anni tranquilli e spensierati. Avevo intorno ai trent’anni quando trovai l’amore della mia vita, Dolores, con la quale mi sposai. Ovviamente non abbandonai la mia carriera da capitano, anzi mi imbarcai per numerosi viaggi avventurosi, e non persi l’intraprendenza che avevo da giovane.
La conseguenza? Il mio nome giunse fino alle orecchie del Re, il quale mi affidò l’incarico senza dubbio più importante e avvincente della mia carriera: raggiungere l’India passando da Ovest. Partimmo il 10 settembre 1471, ventun anni dopo la mia prima spedizione. Trascrissi le informazioni sul viaggio minuziosamente sul mio diario di bordo. Partimmo all’alba, la prua della Seconda del Mar rivolta verso il sole pallido, con una folla che ci acclamava già come eroi. Ma questa è un’altra storia.
Lorenzo Orso
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