In data 2 Ottobre 2018 siamo andati a piedi alle Oasi di Baggero e abbiamo visto la piattaforma ecologica con dei cassoni che contenevano vari tipi di materiali tra cui carta,vetro,plastica,ferro e materiale organico.
La merce viene trasportata e scaricata dai camion per poi essere depositata negli appositi contenitori. I rifiuti sono divisi in riciclabili (come plastica, alluminio, vetro, carta) e non riciclabili o speciali (come olio da cucina, pile, sostanze altamente nocive contenute in elettrodomestici e computer).
Questi cassoni servono per dividere i materiali e poterli smaltire più facilmente.
Ci hanno spiegato pure che i frigoriferi vengono separati dagli altri elettrodomestici perchè contengono un gas , IL FREON, che inquina l’ aria e può provocare un buco nell’ ozono.
Abbiamo imparato che 15 alberi di alto fusto equivalgono a 1 tonnellata di carta.
Ogni rifiuto viene catalogato secondo un codice particolare per essere poi trasportato dai camion che lo portano in sedi speciali dove viene riciclato o mandato al macero per poi essere distrutto.
vedi il sito dell’ecostazione di Baggero https://wordpress.com/post/nuovescienze3a.wordpress.com/176
Il Mulino di Baggero
Fiume Lambro:
–Nasce: a Piano Rancio nella sorgente Mena-resta che si trova nel cuore del Triangolo Lariano; si chiama così perchè dopo esser passata vicino a una roccia passa in un sifone e quando si riempe viene trasportata nel letto del fiume, mentre quando diminuisce si ferma
-Storia: si racconta che quando si dovevano creare I Navigli tra l’Alta Brianza e Milano, Leonardo Da Vinci avesse calcolato la quantità d’acqua che esce e i tempi di attesa quando arriva l’acqua , sono sempre uguali; questo metodo serviva per calcolare la portata d’acqua.
-I Mulini: Nell’Ottocento a Merone si sviluppò un’attività commerciale e manifatturiera in sintonia con le peculiarità del territorio. Mulini, magli, torchi e più tardi, le industrie seriche ricavano dalle acque correnti la forza motrice necessaria per il loro funzionamento. Il mulino di Baggero fa parte di un sistema di quattro ruote idrauliche per fornire energia meccanica a un insediamento preindustriale. Una parte della materia prima che arriva al mulino era finalizzata alla macinazione per la produzione di farina, l’altra per produrre olio da un cereale, il ravizzone. I mulini caddero in disuso negli anni Sessanta. Grazie ad un intervento di ristrutturazione, è stato possibile recuperare i numerosi attrezzi e altri oggetti della tradizione contadina.
L’energia prodotta dal movimento della ruota non viene sprecata, ma utilizzata come fonte energetica rinnovabile grazie all’istallazione di una micro centrale elettrica.